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Archivio saggi e commenti

Fascicolo n. 2, 2017

Uomini tradotti. Prove di dialogo con richiedenti asilo

di Maurizio Veglio

 

Abstract: In un discorso pubblico segnato da pulsioni nazionaliste e sentimenti di ostilità, l’analisi delle decisioni delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale e della giurisprudenza restituisce la crisi di credibilità del richiedente asilo. La difficile compatibilità tra astrazioni giuridiche novecentesche e biografie moderne – irregolari, caotiche, spiazzanti – è peraltro ben nota in letteratura: Crepeau descrive «narrazioni grezze, che non rispettano un ordine cronologico, con vuoti, non detti, aspetti apparentemente marginali […] esagerazioni e immagini che non corrispondono al nostro senso della realtà», evidenziando quella che Beneduce e Taliani definiscono una «dimensione spesso frammentaria, contraddittoria e amnesica, talora propriamente onirica dei racconti». Ciò che ancora manca, sul tavolo della riflessione, è lo studio delle modalità di dialogo, confronto e verbalizzazione dei colloqui e dei processi decisionali, esperienza che suggerisce piuttosto l’inadeguatezza del sistema di valutazione delle domande di protezione internazionale.

Abstract: While growing feelings of nationalism and hostility mark out the public discourse, investigating case-law from territorial Commissions and national Courts on international protection sheds a light on the crisis of the asylum seeker’s credibility. The struggle to fit modern, irregular, puzzling biographies into 20th century legal definitions is a well known fact in literature: Crepeau describes «rough narratives, disregarding chronological order, proving incomplete, ambiguous, inconsistent […] exaggerations and images not matching our sense of reality», revealing what Beneduce and Taliani highlight as «the often fragmentary, contradicting, amnesiac, at time truly dreamlike character of accounts». What the debate is still missing is the analysis of real life interviews, transcripts and actual praxis from adjudicators, an experience suggesting shortcomings and inadequacy of the decision making system.

La disciplina degli hotspot nel nuovo art. 10 ter del d. lgs. 286/98: un’occasione mancata

di Carmela Leone

 

Abstract: L’articolo si sofferma sulla disciplina dell’art. 17 del d.l. 13/2017, convertito in l. 13.4.2017, n. 46, che ha introdotto l’art. 10 ter al d.lgs. 286/98, ponendo in rilievo le criticità derivanti da questo nuovo tentativo di soluzione legislativa, che non è stato in grado di risolvere le problematiche esistenti in materia di regolamentazione degli hotspot, la cui lacunosità e inadeguatezza erano state più volte oggetto di severe critiche da parte della dottrina, delle organizzazione internazionali per i diritti umani e della Corte europea dei diritti dell’uomo.

Abstract: The article focuses on the regulation of article 17, d.l. 13/2017, implemented in l. 13.4.2017, n. 46, which introduced art. 10 ter in d. Lgs. 286/98 , underlining critical issues coming from this new attempt of ruling, that hasn’t been able to resolve all the problems of the regulamentation of hotspots, whose incompleteness and inadequacy had been often criticized by the doctrine, by international organization for human rights and by european Court of human rights.

L’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale: un’indagine sulle procedure di gara

di Flavio Valerio Virzì

 

Abstract: L’articolo analizza le procedure di gara per l’aggiudicazione dei servizi di “seconda” accoglienza mettendo a confronto la gestione del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati e del Sistema dei Centri di accoglienza straordinaria. Avvalendosi, in sede esemplificativa, dei bandi pubblicati nell’ultimo biennio dal comune di Roma Capitale e dalla prefettura di Roma, esso tenta di verificare in che termini le predette procedure possano ripercuotersi nella predisposizione di un Sistema di accoglienza con adeguati standard qualitativi.

Abstract: The article compares the public procurement procedures concerning the reception System for asylum seekers. Taking as example the experience of Rome, it tries to ascertain how these procedures shape the standards of reception.

Eurodac e i limiti della legge: quando il diritto alla protezione dei dati personali non esiste

di Valeria Ferraris

 

Abstract: Il sistema informativo Eurodac è il cardine del sistema comune di asilo, nonché del funzionamento degli hotspot e delle procedure di ricollocazione.
L’articolo dopo aver descritto gli obiettivi di Eurodac, i suoi meccanismi di funzionamento e i dati raccolti, affronta il tema della protezione dei diritti delle persone sottoposte al rilevamento delle impronte digitali, proponendone una lettura critica. Si osserva infatti che, a fronte di un progressivo allargamento degli obiettivi del sistema informativo, oggi ormai indirizzato al controllo della mobilità dei cittadini di Paesi terzi, non corrisponda una adeguata tutela del titolare dei dati. Ciò viene dall’autore ricondotto non ad uno scarto tra norme scritte e norme agite, ma al concetto di limite della legge, situazione in cui la legge si rivela strumento inadeguata a tutelare i diritti delle persone. La legge ha raggiunto il suo limite e la protezione dei diritti delle persone va ricercata altrove.
 
Abstract: The IT system Eurodac is the cornerstone measure of the Common European Asylum System, the functioning of the hotspot approach and the relocation.
After describing the objectives of Eurodac, its functioning, and the data store, the paper faces critically the issue of the protection of the rights of the person whose fingerprints are collected. It is argued that the objectives of the system enlarge and Eurodac is moving towards a system of mobility control, whereas the rights of the data subject are not enhanced. This is not described as a gap between law in the books and law in action, but as a limit of the law. The concept of the limit of the law describes the situation in which the law cannot protect rights because it is not able to do so. The law has reached its limit, and the protection of the people’s rights need to be found somewhere else.

Migrazioni indotte da cause ambientali: quale tutela nell’ambito dell’ordinamento giuridico europeo e nazionale?

di Anna Brambilla

 

Abstract: La crescente rilevanza dei mutamenti climatici quale fattore di spinta delle migrazioni ha spinto le istituzioni europee a riflettere maggiormente sulla protezione giuridica da riconoscere a chi lascia il proprio Paese per ragioni ambientali. Il dibattito risulta tuttavia essere ancora aperto e sono diverse sia le definizioni utilizzate per spiegare il fenomeno sia le soluzioni giuridiche proposte. A livello nazionale, interessanti sviluppi si sono avuti sul piano della protezione umanitaria per chi è impossibilitato a tornare nel Paese d’origine in ragione di eventi naturali disastrosi. Riguardo allo status di rifugiato e alla protezione sussidiaria, le possibilità di riconoscimento sembrano dipendere da un’interpretazione estensiva delle categorie di protezione e valutazione attenta delle ragioni della migrazione e del contesto di provenienza.

Abstract: The increasing role of climate change as a decisive factor of migrations has prompted European institutions to think more to increase the discussion on legal protection and its recognition to those who leave their country for environmental reasons. The debate is still open and many are the definitions used to explain the phenomenon as well as the suggested juridical solutions. Interesting developments have taken place at national level on the recognition of humanitarian protection for those who are unable to return to their country of origin due to disastrous natural events. Regarding the refugee status and subsidiary protection, it seems that the possibility of their recognition depends on a wide interpretation on the categories of international protection and an accurate assessment and evaluation of the reasons behind a choice of migration and the context of origin of the asylum seeker.

L’accesso e il soggiorno nell’ambito di trasferimenti intra-societari e per investimento: d.lgs. 253/2016 di attuazione della direttiva 2014/66/UE e art. 1, co. 148, l. n. 232/2016

di Monica McBritton

 

Abstract: Fra i recenti interventi del legislatore italiano in materia di immigrazione si annoverano il d.lgs. n. 253/2016 e la l. n. 232/2016. Il primo intervento è in attuazione della direttiva 2014/66/UE e ha introdotto nel novero dei lavoratori extracomunitari che possono accedere al territorio italiano «fuori quota», nell’ambito dei trasferimenti intra-societari, i dirigenti, il personale specializzato e i tirocinanti. Il secondo intervento ha previsto un particolare regime per l’ingresso e il soggiorno di investitori. Il presente contributo intende evidenziare le luci e le ombre di tali disposizioni, sia attraverso l’esegesi normativa in confronto con la disciplina comunitaria, sia in rapporto a quanto già previsto dal TU sull’immigrazione.

Abstract: Two of the latest legislative actions taken in Italy on the immigration system are the d.ls. n. 253/2016 and the l. n. 232/2016. The former was the implementation of the directive 2014/66/EU. It introduced in the category of the «fuori quota» extra-communitarian workers that can have access to the Italian territory executives, specialized personnel and interns, in the framework of intra-corporate transfers. The latter act requires a specific regime on the conditions of entry and residence of investors. This article intent is to spotlight pros and cons of the Italian transposition of the directive and the latter statute. It is accomplished through the exegesis of these statutes compared with the EU’s discipline, also with reference to what was already disciplined in the TU on immigration.

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Rubrica di Questione Giustizia & Diritto, Immigrazione e Cittadinanza

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