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Archivio saggi e commenti

Fascicolo n. 1, 2021

Il nuovo Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo: continuità o discontinuità col passato?

Marco Borraccetti

 

Abstract: Il nuovo Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo rappresenta il piano strategico della Commissione europea per lo sviluppo di tale politica europea nei prossimi anni; la sua pubblicazione è stata accompagnata da una serie di documenti di diversa natura, quali proposte di atti legislativi e raccomandazioni, rivelando così l’intenzione della Commissione di conseguire gli obiettivi indicati in tempi rapidi. L’azione della Commissione ambirebbe ad essere discontinua rispetto al passato; tuttavia, l’analisi svela che tale discontinuità è più annunciata che effettiva. Diversi sono gli elementi da prendere in considerazione, relativi a tre macro-aree: la prima, strettamente collegata al rapporto tra Stati membri e, in particolare, alla solidarietà tra di essi; la seconda, che riguarda la dimensione internazionale, in particolare alle relazioni con gli Stati terzi che occupano una posizione strategica nella dinamica migratoria, siano essi di origine o transito; infine, la terza che guarda alla protezione internazionale, con riferimento tanto al rispetto dei diritti degli interessati che ai criteri funzionali all’individuazione della competenza statale.


Abstract: The new European Pact on Immigration and Asylum represents the strategic plan of the European Commission for the development of this policy area over the next years. It was published with other documents of a different nature, such as proposals for legislative acts and recommendations, thus revealing the Commission’s intention to achieve the stated goals quickly. The Commission’s action aspires to represent a new start that is not related to past or previous initiatives. However, analysis reveals that this is more of an aspiration rather than a reality. There are several elements to be taken into consideration regarding three macro-areas: the first, closely related to the relationship between Member States and, in particular, to the solidarity between them; the second, concerns the international dimension, in particular relations with third countries that occupy a strategic position in the dynamics of migration, whether they are countries of origin or transit; the third looks at the international protection, with reference both to the protection of those who are concerned and to the criteria for the identification of the competent Member State.

Giro di boa. La riforma del sistema di accoglienza e integrazione per richiedenti e titolari di protezione internazionale

di Monia Giovannetti

 

Abstract: Con il varo del d.l. 130/2020 il legislatore compie una decisiva virata in direzione dell’accoglienza e integrazione dei richiedenti asilo e rifugiati e inaugura una fase di rinnovamento nella quale si sancisce l’interconnessione stretta tra sistema di accoglienza e integrazione come elementi inscindibili di un percorso che porta all’autonomia della persona. Viene posto nuovamente al centro della filiera di accoglienza il sistema afferente alla rete degli Enti locali (il quale da SIPROIMI è stato rinominato Sistema di accoglienza e integrazione - SAI); vengono eliminate le “sovrastrutture differenziali” introdotte con il d.l. 113/2018 e scardinato l’impianto binario con il quale era stato previsto che gli Enti locali del SIPROIMI si occupassero di accogliere e attivare i percorsi di autonomia e integrazione per i titolari di protezione e minori stranieri non accompagnati, mentre gli Uffici territoriali di governo del Ministero dell’interno, ovvero le prefetture, garantissero un sistema minimo di servizi di assistenza e prima accoglienza per i richiedenti asilo. Oltre ad intervenire sulle categorie di beneficiari che possono accedere al Sistema di accoglienza e integrazione, il provvedimento interviene sulle prestazioni e i servizi da garantire ai richiedenti protezione internazionale e sulle modalità di relazione tra i diversi livelli di governo coinvolti nell’implementazione delle politiche.


Abstract: With the approval of the Decree Law 130/2020, the legislator makes a decisive shift in the direction of the reception and integration of asylum seekers and refugees. It inaugurates a phase of renewal in which the close interconnection between the reception system and integration of migrants is strengthened. The system related to the network of local authorities (which from SIPROIMI has been renamed to the Reception and Integration System - SAI) is once again placed at the centre of the reception model. The novelties introduced with the Decree Law 113/2018 are eliminated (the local authorities of SIPROIMI could take care of welcoming and activating integration paths only for the holders of protection and unaccompanied foreign minors, while the territorial government offices of the Ministry of the Interior, the Prefectures, guaranteed a minimum system of assistance services and initial reception for asylum seekers). In addition to intervening on the categories of beneficiaries who can access the reception and integration system, the measure affects the services and benefits to be guaranteed to the applicants of international protection and the relationship between the different levels of government involved in the implementation of policies.

L’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo dopo la sentenza n. 186/2020 della Corte costituzionale

di Nicola Canzian

 

Abstract: L’art. 13 del decreto-legge n. 113/2018 stabiliva che il permesso di soggiorno per richiesta asilo non costituiva titolo per l’iscrizione anagrafica. La giurisprudenza si era divisa sul senso della disposizione: alcuni giudici negavano che si trattasse di un divieto di iscrizione nei registri anagrafici, mentre altri ritenevano che la norma non potesse che essere intesa in tal senso. Con la sentenza n. 186 del 2020, la Corte costituzionale ha chiarito che la disposizione poneva effettivamente un divieto e ne ha dichiarato l’illegittimità in quanto irragionevole e discriminatoria. L’articolo ricostruisce i diversi approcci interpretativi e pone in luce come l’opzione seguita dalla Corte sia la più convincente; sottolinea inoltre la centralità della “pari dignità sociale” nella motivazione della Corte, che riconosce l’esistenza di un vero e proprio diritto all’iscrizione anagrafica. Da ultimo, si richiama il contenuto delle nuove norme che il decreto-legge n. 130/2020 ha introdotto nel solco dei principi enunciati dalla Corte costituzionale.


Abstract: Article 13 of Decree-Law n. 113/2018 stated that residence permit for asylum seekers didn’t grant civil registration. The meaning of the provision proved to be controversial: some judges claimed that it prohibited civil registration, while others denied it. The decision n. 186/2020 of the Constitutional Court clarified that the provision established a prohibition and declared it unconstitutional on the grounds that it was unreasonable and discriminatory. The paper analyzes both interpretations of the law and highlights that the Constitutional Court’s interpretation is the most convincing. It also underlines the key role of the “equal social dignity” in the Court’s reasoning and the recognition of an actual right to civil registration. Finally, the paper describes the new rules introduced by Decree-Law n. 130/2020 according to the principles established by the Constitutional Court.

La dichiarazione del richiedente la protezione internazionale come prova civile

di Angelo Danilo De Santis

 

Abstract: Nel contesto del procedimento per la concessione delle varie forme di protezione internazionale operano regole che differenziano la tutela giurisdizionale. La cooperazione istruttoria, che ha lo scopo di agevolare il migrante nell’impervio percorso volto alla dimostrazione del proprio diritto, si serve di un particolare strumento, costituito dalla dichiarazione del richiedente. Questa riceve dalla legge la qualificazione di prova tipica, soggetta a valutazione di credibilità. Si pone dunque il problema di inquadrare questa nuova tipologia di prova nel sistema del processo civile.

Abstract: In the context of international protection proceedings there are many special rules. The Court’s power to investigate and gather evidences, which aims to facilitate migrants on their path to the statement of their rights, includes a specific tool, the claimant declaration. This declaration is considered as a proof, subject to credibility evaluation. This paper faces interpretative problems of this new form of proof.

La revoca della cittadinanza dopo il decreto sicurezza

di Luigi Viola

 

Abstract: Lo scritto analizza le problematiche derivanti dall’introduzione nel nostro ordinamento, da parte del decreto sicurezza del 2018, della possibilità di revocare la cittadinanza a chi sia stato condannato per reati legati al terrorismo; in particolare vengono analizzate le questioni relative alla compatibilità della nuova misura con il diritto comunitario e con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, nonché quelle relative alla tutela giurisdizionale in materia.


Abstract: The paper analyses the problems arising from the introduction in our legal system, by the 2018 security decree, of the possibility of revoking citizenship of those convicted of crimes related to terrorism; in particular, the issues relating to the compatibility of the new measure with Community law and with the European Convention on Human Rights are analysed, as well as those relating to the judicial review in this matter.

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Rubrica di Questione Giustizia & Diritto, Immigrazione e Cittadinanza

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