di Giulia Mentasti
Abstract: Con sentenza depositata il 15 dicembre 2022, il Tribunale di Roma ha dichiarato estinti per intervenuta prescrizione i reati di rifiuto di atti d’ufficio (art. 328 c.p.) e omicidio colposo (589 c.p.) contestati a due ufficiali appartenenti alla Guardia costiera e della Marina militare italiana, in merito alle condotte tenute nelle ore antecedenti al noto e drammatico “naufragio dei bambini” dell’11 ottobre 2013, in cui persero la vita oltre duecento persone, di cui sessanta bambini.
La pronuncia stupisce per la scelta del Tribunale – che ben avrebbe potuto limitarsi, ex art. 129, co. 2 c.p.p., a escludere che dagli atti risultasse evidente la necessità di assolvere gli imputati – di vagliare e argomentare l’astratta configurabilità di tutti i reati contestati, ravvisando gli elementi oggettivi e soggettivi delle fattispecie che, se non fosse intervenuta la prescrizione, avrebbero potuto condurre a una pronuncia di condanna.
Il presente contributo dapprima ripercorre i fatti e alcuni fondamentali passaggi della sentenza, provando a far luce su ruoli e responsabilità nel complesso quadro della normativa interna e internazionale dei soccorsi in mare; successivamente prova a “esportare” le conclusioni del Tribunale romano a più recenti episodi di “malfunzionamento” della macchina dei soccorsi nelle operazioni di search and rescue nel Mediterraneo e, più in generale, al tema della incriminazione delle attività delle ONG.
Abstract: In a recent judgment of December 2022, the Court of Rome declared extinct due to the intervening statute of limitations the crimes of refusal to perform acts of office (art. 328 c.p.) and culpable homicide (589 c.p.) charged against two officers belonging to the Italian Coast Guard and Navy, regarding the conduct they engaged in in the hours before the well-known and dramatic “shipwreck of the children” in October 2013, in which more than two hundred people lost their lives, including sixty children.
The pronouncement is striking for the Court’s choice – which could have limited itself, pursuant to Art. 129, para. 2 of the Code of Criminal Procedure, to exclude that it was evident from the acts that the defendants needed to be acquitted – to screen and argue the abstract possibility of all the crimes charged, recognizing the objective and subjective elements of the cases that, had the statute of limitations not intervened, could have led to a conviction.
This contribution first traces the facts and some fundamental passages of the judgment, trying to shed light on roles and responsibilities in the complex framework of the domestic and international law of rescue at sea; then, it tries to “export” the Roman Court’s conclusions to more recent episodes of “malfunctioning” of the rescue machine in SAR operations in the Mediterranean and, more generally, to the issue of the incrimination of NGO activities.
Sito realizzato con il contributo della Fondazione "Carlo Maria Verardi"