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Intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo: prime applicazioni dell’art. 603-bis c.p.

di Chiara Stoppioni

 

Abstract: Lo sfruttamento lavorativo incide negativamente sul corretto funzionamento del mercato del lavoro e, al tempo stesso, costituisce una grave violazione della dignità umana. Questa è la ragione per cui nel 2011, all’art. 603-bis c.p., il legislatore ha introdotto una fattispecie penale ad hoc, rubricata «intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro» ed inizialmente incentrata sulla sola repressione del caporalato. Con l. 199/2016 il previgente testo normativo è stato profondamente modificato: in particolare, si è attribuita alla fattispecie una portata applicativa più ampia, rendendo punibile anche il semplice utilizzo dei lavoratori in condizioni di sfruttamento e consentendo l’attivazione, in favore delle vittime, del percorso di integrazione sociale previsto all’art. 18 d.lgs. 286/1998. A partire da una ricerca dell’Osservatorio sullo sfruttamento lavorativo costituito presso il Centro di ricerca interuniversitario «L’altro diritto», che sta monitorando cinquantacinque procedimenti penali relativi ad episodi di sfruttamento su tutto il territorio nazionale, il contributo propone una riflessione sull’utilizzo della fattispecie prima e dopo la novella rapportato alle caratteristiche del fenomeno ed alla necessità di integrare tale strategia repressiva con misure di protezione in favore delle vittime.

Abstract: Labour exploitation is a practice that negatively affects the proper functioning of the labour market and, at the same time, integrates a serious violation of human dignity. Due to that fact, in 2011 the Italian legislator has introduced in art. 603-bis of the Criminal Code a new ad hoc criminal provision entitled «illicit intermediation and exploitation of labour». Initially, It focused just on the repression of illicit intermediation between labor supply and demand. Subsequently, with the law n. 199 of 2016, the legislator has intervened on the previous legislative text, attributing to the criminal provision a broader scope of application. It made the simple use of workers in exploitative conditions punishable and allowed the activation, in favor of the victims, of the path of social integration envisaged by art. 18 Legislative Decree 286/1998. Starting from a research run by the Observatory on labour exploitation established at the interuniversity research center «L’Altro diritto», which is monitoring fifty-five criminal proceedings related to exploitation episodes throughout the national territory, the present contribution proposes a reflection on the use of the new criminal provision before and after the law n. 199 of 2016 regarding both to the features of the phenomenon and to the need to integrate the repressive strategy with protective measures in favor of the victims.

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Rubrica di Questione Giustizia & Diritto, Immigrazione e Cittadinanza

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