di Jennifer Allsopp
Abstract: This article considers how civil society actors assisting migrants and refugees over the course of 2015-2017 ‘European refugee crisis’ have been impacted by, and fought against, aspects of the anti-smuggling agenda of the EU and its Member States. It explores how, in resisting accusations of ‘colluding’ with smugglers and of being a ‘pull factor’ for irregular migration, civil society actors have variably framed their right to act as a form of immanent critique, as civil disobedience, or as a principled humanitarian stand against an increasingly nontransparent and militarized EU border apparatus which is justified in the name of countering the organised crime of human smuggling. The article argues that the tension between the communitarian logic of deterrence and exclusion expounded by EU institutions during the crisis on the one hand, and the will to assist and include migrants among a significant part of European civil society on the other, can be understood as part of a fundamental tension in liberal democracy writ large at the EU level.
Abstract: Gli attori della società civile che tra il 2015 e il 2017 hanno fornito assistenza a migranti e rifugiati, durante la cosiddetta “crisi dei rifugiati” in Europa, si sono trovati a dover contrastare o si sono dovuti confrontare con le misure previste a livello europeo e nazionale contro il favoreggiamento del traffico di migranti e con le loro conseguenze. Di fronte alle accuse di “collusione” con gli scafisti o di essere fattori di attrazione per l’immigrazione irregolare, tali attori hanno variamente inteso le proprie condotte come una forma di critica immanente, come disobbedienza civile o come un presidio umanitario di fronte a un apparato dei confini europeo sempre più militarizzato e poco trasparente, giustificato in nome della lotta al crimine organizzato e al traffico di essere umani. L’articolo interpreta le tensioni tra la logica di deterrenza e esclusione, che ha guidato l’azione istituzionale dell’Europa durante la crisi, e la determinazione di parte della società civile a fornire assistenza e includere i migranti come una tensione fondamentale della democrazia liberale che attraversa oggi anche il livello dell’Unione europea.
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