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Archivio saggi e commenti

Fascicolo n. 3, 2018

Il contributo dell’Unione europea alla governance internazionale dei flussi di massa di rifugiati e migranti: spunti per una rilettura critica dei Global Compacts

di Daniela Vitiello

 

Abstract: Il presente scritto analizza il contributo dell’Unione alla governance internazionale dei flussi di massa di migranti e rifugiati. L’analisi tiene conto sia dell’apporto diretto, offerto dall’Unione ai negoziati, sia dell’apporto indiretto, derivante dall’utilizzo dei modelli cooperativi sviluppati dall’Unione come fonte d’ispirazione per le soluzioni accolte nei Global Compacts. Siffatta disamina restituisce un’immagine dettagliata degli elementi di frizione della nuova governance delle mass migrations con l’obiettivo della Dichiarazione di New York di istituire «a more equitable sharing of the burden and responsibility for hosting and supporting the world’s refugees» (par. 68). Al contempo, mostra che i caratteri del nuovo partenariato europeo sulla migrazione si inseriscono in una dinamica globale di riposizionamento dei diritti dello straniero rispetto alla potestà statale di controllo della mobilità umana. Rispetto a tale tendenza, esistono nell’ordinamento giuridico dell’Unione strumenti giuridici idonei a evitare un ulteriore svilimento dei diritti di chi fugge in massa, che possono e devono essere mobilitati affinché il contributo dell’Unione alla governance internazionale dei flussi di massa di migranti e rifugiati sia coerente con i valori, i principi e gli obiettivi del processo di integrazione europea.

Abstract: This paper analyses the Union’s contribution to the global governance of large flows of migrants and refugees. The analysis considers both the Union’s direct involvement in the negotiations and its indirect contribution deriving from the use of EU cooperative models as a source of inspiration for the solutions adopted in the Global Compacts. This appraisal returns a detailed image of the inconsistencies between the new global governance of mass migrations and the goal – set forth in the New York Declaration – to establish «a more equitable sharing of the burden and responsibility for hosting and supporting the world’s refugees» (para. 68). At the same time, it shows that the features of the EU partnership framework on migration align with a global trend aimed at repositioning aliens’ rights with respect to State control on human mobility. Legal instruments exist in the EU order to avoid further demeaning of the rights of those fleeing en masse. They can and must be mobilised to ensure that the Union’s contribution to the global governance of large flows of migrants and refugees is consistent with EU values, principles and objectives.

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La riforma “Orlando-Minniti” a un anno dall’entrata in vigore. I molti dubbi e le poche certezze nelle prassi delle sezioni specializzate

di Maria Cristina Contini

 

Abstract: Il 17 agosto 2017 è entrato in vigore il d.l. n. 13/2017 che ha per la prima volta istituito sezioni specializzate nelle materie dell’immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell’Unione europea alle quali ha attribuito competenze in materia di apolidia e cittadinanza. Il decreto ha anche rivoluzionato la procedura di impugnazione del diniego delle domande di protezione internazionale istituendo una procedura camerale speciale caratterizzata dal contraddittorio solo cartaceo, trattazione in udienza pubblica solo eventuale e con eliminazione della possibilità di appellare i decreti decisori emessi dal Tribunale in composizione collegiale, ora impugnabili solo davanti alla Corte di Cassazione. In considerazione della rilevanza, anche in termini numerici, del contenzioso in materia di protezione internazionale il saggio analizza esclusivamente le problematiche interpretative e applicative che le sezioni specializzate hanno affrontato in relazione alla procedura di esame delle domande di asilo, senza occuparsi delle pur interessanti questioni che la giurisprudenza di merito ha affrontato con riferimento alle impugnazioni delle decisioni di trasferimento adottate dalla c.d. “Autorità Dublino”, attribuite dalla riforma alla giurisdizione del giudice ordinario, e nelle controversie in materia di apolidia e cittadinanza. Tra i molti punti critici del nuovo sistema si è scelto di esaminare quelli che quotidianamente ricorrono nella trattazione dei procedimenti ex art. 35 bis introdotto dal d.l. n.13/2017. Il decreto legge non è stato, ad oggi, interamente attuato dal Ministero dell’interno che non ha ancora messo a disposizione i sistemi di videoregistrazione del colloquio svolto durante la fase amministrativa. Viene anche affrontata la dibattuta questione della istituzione, ad opera del d.l. n. 13/2017, di riti diversi per le domande di protezione internazionale e umanitaria, oltre ai problemi interpretativi posti dalla disposizione che regola i criteri in base ai quali il giudice di primo grado deve esaminare la domanda di sospensione del decreto decisorio che ha rigettato la domanda di protezione nel caso in cui sia stata impugnata in Cassazione. A conferma della criticità degli argomenti oggetto del saggio sono state esaminate due recentissime pronunce: la sentenza n. 17717/2018 della Corte di Cassazione sull’obbligo per il giudice di fissare dell’udienza quando non è disponibile la videoregistrazione del colloquio e il rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia da parte della sezione specializzata di Milano sulla sospensiva “caso per caso” e non automatica degli effetti del diniego di protezione a fronte dell’impugnazione in Cassazione. Le problematiche che vengono illustrate evidenziano come il diritto della protezione internazionale sia una materia complessa e sofisticata destinata a uscire dal ruolo marginale che in questi anni è stato riservato, in generale, al diritto degli stranieri.

Abstract: On 17 August 2017, l.d. n. 13/2017 entered into force. The law-decree established specialized sections on immigration, international protection, and free movement of EU citizens, to which it assigned competence in the field of statelessness and citizenship. The decree also constituted a revolution in terms of the appeal procedure consequent to the refusals of the applications for international protection through the institution of a special chamber procedure which is characterized by paper-only cross-examination, eventual-only public hearing, and elimination of the possibility of appealing the decisional decrees issued by the Court in collegial composition (now it is possible to appeal only before the Court of Cassation). Considered the importance, especially in numerical terms, of the procedure concerning international protection, the essay exclusively analyzes the interpretative and applicative problems that the specialized sections have faced in relation to the procedure for examining asylum applications and does not address the interesting questions that the case-law has dealt with reference to the appeals of the transfer decisions adopted by the so-called “Dublin authorities”, attributed by the reform to the jurisdiction of the ordinary judge, and in disputes relating to statelessness and citizenship. Among the several critical points of the new system, it was decided to examine those that occur daily in the treatment of the procedures pursuant to article 35bis as introduced by the new l.d. n. 13/2017. To date, the law-decree has not yet been fully implemented by the Ministry of Interior: it has not yet made available the video recording systems for the interviews carried out during the administrative phase. It is further addressed the argued issue of the institution by l.d. n. 13/2017 of different rites for applications for international and humanitarian protection, as well as the interpretative problems posed by the provision that regulates the criteria according to which the Court of first instance must examine the request for suspension of the decisional decree that rejected the request for protection in the event in which this has been challenged before the Court of Cassation. To confirm the critical nature of the topics under discussion there are two recent decisions: Sentence 177717/2018 of the Court of Cassation on the obligation for the judge to set a hearing when the videotaping of the interview is not available, and the preliminary reference to the Court of Justice by the specialized Section of Milan on the suspension “case-by-case” and not automatic to the effects of the denial for protection against the Appeal before the Court of Cassation. The illustrated problems highlight how the right to international protection is a complex and sophisticated subject, which is destined to emerge from the marginal role that in recent years has been reserved to the rights of foreigners.

Il “Governo Giallo-Verde” di fronte all’islam: l’eredità della XVII legislatura

di Alessandro Ferrari

 

Abstract: L’articolo intende offrire un’aggiornata panoramica sulla “questione musulmana” in Italia letta attraverso il prisma del diritto costituzionale di libertà religiosa. In particolare, saranno esaminate le principali acquisizioni in materia ad opera dei Governi della XVII legislatura, con speciale attenzione al «Patto nazionale per l’Islam italiano» del febbraio 2017. L’adozione di tale testo, infatti, ha collocato la “questione musulmana” su nuovi binari, indicando le possibili linee di azione di ogni futura “politica islamica” italiana. L’articolo pone, dunque, la questione di come la nuova Legislatura ed il nuovo Governo “giallo-verde” si porranno di fronte a tali acquisizioni con cui il confronto appare inevitabile.

Abstract: The article aims to offer an updated overwiew of the “Muslim question” in Italy, through the prism of the constitutional right of religious freedom. In particular, the most important steps taken by the Governments of the XVII legislature are examined with a special attention to the Patto nazionale per l’Islam italiano of February 2017. The approval of this text has put the “Muslim question” on a new direction, as it has shown the guidelines of action of future Italian “Muslim policy”. The article raises the question of how the new legislature and the new “yellow-green” Government will cope with such steps with which confrontation appears unavoidable.

Condannato ma protetto contro espulsione. Un’intersezione fra diritto penale e della protezione internazionale

di Alberto di Martino e Barbara Occhiuzzi

 

Abstract: L’articolo muove da un riesame critico delle questioni affrontate dalla Corte di Cassazione in una sentenza resa sulla richiesta di revoca del provvedimento di espulsione, previsto senza limiti dalla normativa in materia di stupefacenti ma potenzialmente pregiudizievole per il riconoscimento dello status di avente diritto alla protezione sussidiaria. Delle questioni processuali (l’interesse del richiedente ad ottenere la revoca dell’espulsione in pendenza di esecuzione della pena e tramite un accertamento tempestivo dei presupposti della protezione sussidiaria), l’analisi mostra il fondamentale retroterra sostanziale, che coinvolge né più né meno che il senso della pena. Inoltre, il commento cerca di ricostruire un’immagine sistematica dell’intrico di fonti, nazionali ed internazionali, a partire dal quale la Corte ricostruisce il diritto applicabile e fonda l’incompatibilità tra status di avente diritto alla protezione sussidiaria ed espulsione dal territorio dello Stato.

Abstract: The article provides an in-depth analysis of the judgement delivered by the Italian Court of Cassation following a request for revocation of an expulsion decision, in order to grant a migrant the subsidiary protection status. On the one hand, the authors show the substantial interests of the prisoner behind the seemingly procedural issue of obtaining a prompt revocation of the expulsion decision. On the other hand, while the judgement is deemed to be correct as to the result, the authors strive to bolster a principled and systematic reconstruction of the applicable national and international law, at the intersection between immigration law, refugee law (esp. law of the subsidiary protection), criminal law.

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Visti d’ingresso negati ai coniugi: poteri delle autorità diplomatiche e diversità culturali

di Ornella Fiore

 

Abstract: Il presente saggio si propone di analizzare i poteri di cui dispongono le autorità consolari italiane in materia di rilascio dei visti di ingresso per ricongiungimento familiare nei confronti dei coniugi stranieri di cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti in Italia. Preliminarmente si esaminerà l’ampiezza delle facoltà di verifica attribuite alle Ambasciate: se soltanto formali, quindi dirette ad accertare l’autenticità dei documenti attestanti il rapporto coniugale, o invece sostanziali, tese cioè ad acclarare l’effettiva volontà dei coniugi. Quindi verranno analizzate le modalità di indagine delle frodi e degli abusi dell’istituto allo scopo di agevolare l’ingresso nell’Unione europea, evidenziando l’inadeguatezza di molti degli strumenti abitualmente utilizzati dalle Ambasciate. Da ultimo costituirà oggetto d’indagine la validità ai fini del ricongiungimento familiare dei cd. matrimoni combinati, generalmente riconosciuti dalle istituzioni europee e dalla giurisprudenza italiana qualora conformi all’ordinamento del Paese di origine e non contrari all’ordine pubblico interno.

Abstract: The aim of this essay is to examine the extent of the power devoted to Italian Embassies and consulates in issuing family visas to spouses of non EU citizen regularly residing in Italy. Initially attention will be focused on the nature of such powers, if only formal – aimed at verifying the authenticity of marriage documents – or substantial, oriented at assessing the good-faith of spouses. Subsequently the analysis will involve investigation procedures from Embassies on potential abuses and frauds to bypass immigration requirements, highlighting the inadequacy of several tools usually employed by authorities. Finally the paper will deal with the issue of so-called “arranged marriages”, that are usually acknowledged by European institutions and Italian case law if performed in compliance with the Country of origin’s legal framework and not breaching the principle of national public order.

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Rubrica di Questione Giustizia & Diritto, Immigrazione e Cittadinanza

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