di Alberto di Martino e Barbara Occhiuzzi
Abstract: L’articolo muove da un riesame critico delle questioni affrontate dalla Corte di Cassazione in una sentenza resa sulla richiesta di revoca del provvedimento di espulsione, previsto senza limiti dalla normativa in materia di stupefacenti ma potenzialmente pregiudizievole per il riconoscimento dello status di avente diritto alla protezione sussidiaria. Delle questioni processuali (l’interesse del richiedente ad ottenere la revoca dell’espulsione in pendenza di esecuzione della pena e tramite un accertamento tempestivo dei presupposti della protezione sussidiaria), l’analisi mostra il fondamentale retroterra sostanziale, che coinvolge né più né meno che il senso della pena. Inoltre, il commento cerca di ricostruire un’immagine sistematica dell’intrico di fonti, nazionali ed internazionali, a partire dal quale la Corte ricostruisce il diritto applicabile e fonda l’incompatibilità tra status di avente diritto alla protezione sussidiaria ed espulsione dal territorio dello Stato.
Abstract: The article provides an in-depth analysis of the judgement delivered by the Italian Court of Cassation following a request for revocation of an expulsion decision, in order to grant a migrant the subsidiary protection status. On the one hand, the authors show the substantial interests of the prisoner behind the seemingly procedural issue of obtaining a prompt revocation of the expulsion decision. On the other hand, while the judgement is deemed to be correct as to the result, the authors strive to bolster a principled and systematic reconstruction of the applicable national and international law, at the intersection between immigration law, refugee law (esp. law of the subsidiary protection), criminal law.
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Sito realizzato con il contributo della Fondazione "Carlo Maria Verardi"