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Archivio saggi e commenti

Fascicolo n. 2, 2021

La responsabilità penale dei ministri alla stregua dei principi costituzionali e nella prassi. Legittima prerogativa o illegittimo privilegio?

di Tommaso F. Giupponi

 

Abstract: L’articolo ricostruisce le motivazioni e le finalità della riforma costituzionale del 1989 in materia di reati ministeriali, valutandone i principali profili di criticità. Particolare attenzione è data alla prassi parlamentare rilevante in materia, che spesso ha evidenziato un allontanamento dal modello costituzionale, come dimostrato anche dalla più recente giurisprudenza costituzionale. Tali problemi sono nuovamente emersi in occasione delle recenti vicende Diciotti, Gregoretti e Open Arms, che hanno riproposto con evidenza il rischio che i confini della legittima prerogativa si trasformino in mero privilegio personale.

Abstract: The article reconstructs the reasons and the purposes that lie behind the 1989 constitutional reform on ministerial criminal accountability, evaluating its main critical issues. Special attention is dedicated to the way parliamentary practice has evolved around the subject-matter, which, as the most recent constitutional jurisprudence confirms, has highlighted a departure from the constitutional model. These problems have once again re-surfaced in the latest Diciotti, Gregoretti and Open Arms cases, underscoring the risk that the boundaries of this legitimate prerogative may turn into a mere personal privilege.

La crisi dei migranti nel Mediterraneo Centrale: le operazioni search and rescue non sono un fattore di attrazione

di Carlo Amenta, Paolo Di Betta, Calogero “Gery” Ferrara

 

Abstract: Questo saggio riassume alcuni risultati che emergono dalle nostre ricerche in merito alla crisi migratoria lungo la rotta c.d. del Mediterraneo Centrale. In uno scenario geopolitico nord-africano deteriorato, condizionato soprattutto dall’instabilità della Libia, i nostri risultati evidenziano che le operazioni search and rescue (SAR) in mare non costituiscono un fattore di attrazione (pull factor), contrariamente a quanto sostenuto da più parti, né tantomeno contribuiscono, come temuto, ad aumentare la probabilità di morte in mare dei migranti. Il flusso migratorio è causato dalle condizioni strutturali dei Paesi di origine, dalla necessità di fuga da situazioni di disperazione e di ricerca di un futuro migliore, ed è facilitato dalla presenza di network criminali, che vanno contrastati senza alcuna esitazione.

Abstract: We present a synthesis of some results of our research on the migrant crisis along the Central Mediterranean Route. In the uncertain North-African geopolitical scenario, characterized by Libya’s instability, our results show that, contrary to common beliefs, the search and rescue operations (SARs) at sea are not a pull factor and do not contribute to increase the probability of dying at sea: SARs save the lives of migrants. The migrant flow originates from the structural conditions of the sending countries and is facilitated by the criminal networks, whose activity needs to be contrasted.

Politiche di (ri)confinamento in tempo di pandemia: l’utilizzo di «navi quarantena» in Italia e l’accesso al diritto di asilo

di Chiara Denaro

 

Abstract: La pandemia legata alla diffusione del Covid-19 ha comportato una serie di cambiamenti nelle politiche di gestione delle migrazioni e dei confini, contribuendo all’implementazione di politiche di ri-confinamento. Nel caso italiano, si è assistito a una ridefinizione della precedente strategia dei «porti chiusi» in termini di «porti non sicuri», e alla creazione di un sistema di isolamento in mare a bordo delle «navi quarantena». Tali politiche hanno contribuito alla frammentazione dei percorsi di accesso al diritto di asilo in Italia, andando a ridefinire parzialmente, soprattutto nella prassi, l’implementazione del cosiddetto «approccio hotspot», volto a identificare, categorizzare e incanalare i migranti nel circuito della protezione internazionale o del rimpatrio. A fronte di questi cambiamenti il presente articolo si propone, per un verso, di contribuire all’analisi delle misure messe in atto dal governo italiano al fine di contrastare la pandemia nell’ambito dei flussi migratori in ingresso – dando conto di come in particolare il sistema delle navi quarantena, quale misura di detenzione arbitraria, è andato a incidere contribuendo alla ridefinizione del confine – e, per l’altro, di esplorare l’impatto del sistema di isolamento off-shore sull’accesso al diritto di asilo, concettualizzato in termini di accesso al territorio, alla procedura e all’accoglienza.

Abstract: In Italy, pandemic linked to the spread of Covid-19 has deeply affected migration and border management policies, leading to the emergence of re-bordering politics. In the Italian case, they took place through the redefinition of the previous «closed harbour strategy» into a «unsafe harbour strategy», and through the creation of an offshore isolation system onboard of «quarantine ships». These politics have contributed to a further fragmentation of access pathways to the right of asylum, and to the partial redefinition, especially in practice, of the implementation of the so-called «hotspot approach», aimed at identifying, categorizing and channelling migrants into the international protection procedure or repatriation. Against these changes, the present article aims, on the one hand, to contribute in analysing measures implemented by the Italian government in order to contrast the pandemic in the context of incoming migration flows by sea – giving an account of how in particular the system of quarantine ships, as a measure of arbitrary detention, has contributed to the redefinition of the border regime – and, on the other hand, to explore the impact of the offshore isolation system on accessing the right to asylum, which is conceptualized in terms of access to territory, procedure and reception.

L’incidenza delle misure di contrasto della pandemia sulla condizione giuridica dei migranti sbarcati sulle coste italiane: il caso delle «navi quarantena»

di Guido Savio

 

Abstract: Si propone all’attenzione del lettore una prima analisi dell’incidenza delle misure antipandemiche, consistenti nell’isolamento forzato su apposite navi, sulla condizione giuridica dei migranti che approdano sulle coste italiane, in particolare sotto il profilo della corretta tutela della libertà personale e dell’accesso al sistema di protezione internazionale. Infatti, la quarantena su navi ormeggiate in rada, senza la possibilità di scendere anche per due settimane e senza alcuna facoltà di contatti con l’esterno (in particolare con legali ed enti di tutela dei richiedenti protezione internazionale) configura una restrizione della libertà personale che si riflette inesorabilmente sulla corretta informazione circa l’accesso alle misure di protezione che non viene fornita durante la permanenza coatta sulle navi. L’analisi vuole dimostrare – partendo dalle fonti amministrative che disciplinano il nuovo istituto e da alcuni casi concreti – come l’intreccio delle descritte misure con l’approccio hotspot comporti una restrizione della libertà priva di base legale e sottratta al controllo giurisdizionale cui consegue – senza soluzione di continuità – l’adozione di provvedimenti di respingimento differito corredati da trattenimenti presso i Centri per il rimpatrio anche nei confronti di potenziali richiedenti asilo.

Abstract: This essay proposes a first analysis of the impact of anti-pandemic measures, consisting of forced isolation on special ships, on the legal status of migrants arriving on the Italian coasts, in particular from the point of view of the protection of personal freedom and of the access to the international protection. The quarantine on ships moored in the roadstead, without the possibility of disembarking for up to two weeks and without any possibility of contacts with the outside world (in particular with lawyers and bodies for the protection of applicants for international protection) constitutes a restriction of personal freedom which inexorably reflects on the correct information about access to protection measures, information that is not provided during the forced stay on ships. The analysis aims to demonstrate – starting from the administrative sources that regulate the new institute and from some concrete cases – how the intertwining of the described measures with the hotspot approach leads to a restriction of freedom without legal basis and without a judicial control which follows – without interruption – the adoption of measures of deferred rejection accompanied by detention at the Repatriation Centers even for potential asylum seekers.

La tutela della vita privata quale limite all’allontanamento: l’attuazione (e l’ampliamento) degli obblighi sovranazionali attraverso la nuova protezione speciale per integrazione sociale

di Marcella Ferri

 

Abstract: Uno dei risultati più significativi della prassi relativa alla protezione umanitaria è costituita dalla sentenza 4455/2018 con cui la Corte di Cassazione, richiamando il diritto alla vita privata e familiare sancito dalla Convenzione europea dei diritti umani, ha riconosciuto rilevanza all’integrazione sociale ai fini del riconoscimento della protezione umanitaria. In linea con questa giurisprudenza, il decreto-legge 130/2020 ha previsto il riconoscimento della protezione speciale nell’ipotesi in cui vi sia il rischio che l’allontanamento dello straniero determini una violazione del suo diritto alla vita privata e familiare. Dopo una breve ricostruzione dell’evoluzione della protezione umanitaria, la prima parte dello scritto si sofferma sulla nuova forma di protezione speciale per integrazione sociale, al fine di indagarne il rapporto con la protezione umanitaria riconosciuta a partire dalla sentenza 4455/2018. La seconda parte è, invece, incentrata sull’analisi della giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani sul diritto alla vita privata e sul rapporto esistente tra questa giurisprudenza e la nuova protezione speciale. Da ultimo, lo scritto discute il rapporto tra quest’ultima e il diritto dell’Unione europea ed esamina la protezione garantita alla vita privata e familiare dei cittadini di Paesi terzi nel diritto UE.

Abstract: One of the most important outcomes of the Italian case-law on the humanitarian residence permit is the judgment 4455/2018 in which the Court of Cassation, referring to the right to respect for private and family life enshrined in the European Convention of Human Rights, recognised the relevance of social integration for the recognition of the humanitarian protection. In line with that jurisprudence and its progeny, the Decree-Law 130/2020 introduced a new form of special protection for social integration which must be granted where there are substantial grounds for believing that the removal of an alien would entail a violation of his right to private or family life.  After a description of the evolution of the humanitarian protection, this paper will firstly examine the newly introduced special protection for social integration to understand its interplay with the humanitarian protection recognised in the Italian case-law after the judgement 4455/2018. Secondly, the paper will deep on the relationships between the special protection for social integration and the case-law of the European Court of Human Rights on the right to respect for private life. Thirdly, the paper will discuss the interplay between the special protection and the EU law and will analyse the protection of the private and family life of third country nationals under the EU law.

La nuova protezione speciale introdotta dal d.l. 130/2020. Tra principio di flessibilità, resistenze amministrative e problematiche applicative

di Nazzarena Zorzella

 

Abstract: Il presente saggio analizza in primis le innovazioni apportate dal d.l. n. 130/2020, convertito con modifiche nella l. n. 173/2020, all’art. 19 TU immigrazione; in particolare focalizza la natura della protezione speciale ed illustra il doppio percorso delineato dal legislatore per il rilascio del permesso per protezione speciale (all’interno del sistema asilo o con domanda diretta al questore), mettendo anche in rilievo le resistenze dell’apparato amministrativo che rischiano di vanificare la riforma. Nel contempo ci si propone di verificare se, con la riforma del 2020, possa dirsi attuato l’art. 10, co. 3 della Costituzione. È quindi analizzata la portata normativa del ripristinato art. 5, co. 6 TU immigrazione e il contesto entro il quale può tornare ad espandersi. Infine, un focus riguarda il diritto al rispetto della vita privata e familiare, uno dei presupposti cioè per il riconoscimento della protezione speciale, che, valorizzando l’integrazione sociale intesa in senso ampio, secondo i criteri forniti direttamente dal legislatore, amplia nell’ordinamento italiano la portata dell’art. 8 della Convenzione europea dei diritti umani.

Abstract: This essay first analyses the changes to art. 19 of the Consolidation Act on Immigration no. 286/1998 introduced by the Decree-Law n. 130/2020, converted with amendments into the Law n. 173/2020. In particular, it focuses on the nature of special protection, illustrating the dual path outlined by the legislator for issuing the permit for special protection (either within the asylum system or with a direct application to the police commissioner); and highlighting the resistance of the public administration apparatus which risks undermining the reform. At the same time, it examines the question as whether art. 10, para. 3 of the Constitution could actually be considered implemented by the 2020 reform. The analysis is then carried out with regard to the regulatory framework of the reinstated art. 5, para. 6 of the Consolidation Act and its renewed scope of application. Finally, a focus is put on the right to respect for private and family life, that is, one of the prerequisites for the recognition of special protection. By fostering a broad concept of social integration based on the criteria directly provided by the legislator, it extends the scope of art. 8 of the European Convention on Human Rights into the Italian legal system.

Esperienze di consulenza antropologica nel giudizio di protezione internazionale. L’antropologo antropologo

di Giorgia Decarli

 

Abstract: L’articolo intende offrire alcuni esempi del modo in cui l’antropologia può assistere l’avvocatura nel giudizio di protezione internazionale e vuole enfatizzare l’importanza di un lavoro d’equipe nel quale avvocata/o e antropologa/o, su un piano di reciproco rispetto e consapevolezza dei propri limiti, cooperano in vista di una tutela giurisdizionale effettiva.

Abstract: The paper aims at offering some examples of the way how the anthropologist can assist the experts of the legal professions in proceedings dealing with international protection. It also emphasizes the importance of working in a team where lawyer and anthropologist, in mutual respect and awareness of their own limits, cooperate in view of an effective judicial protection.

L’immigrazione per motivi di lavoro in Irlanda: tra spinte identitarie e scelte mirate

di Lucia Busatta

 

Abstract: Il contributo offre un’analisi della disciplina dell’immigrazione per motivi di lavoro nella Repubblica di Irlanda. Dopo una breve contestualizzazione del quadro storico, politico e costituzionale del Paese, vengono prese in esame le principali caratteristiche delle norme che consentono agli stranieri l’ingresso nel Paese. Le ragioni della peculiarità di alcune scelte della politica migratoria irlandese sono da individuare nella storia della Repubblica e nell’articolarsi dei suoi rapporti con il Regno Unito. Le conclusioni offrono alcune prospettive sul futuro del diritto migratorio irlandese anche alla luce dell’impatto della Brexit.

Abstract: The essay analyses the rules on immigration for work reasons in the Republic of Ireland. After a brief contextualization of the country’s historical, political and constitutional framework, the author explores the main features of the rules that allow foreigners to enter the country. The reasons of the peculiarity of some choices of Irish migration law can be found in the history of the Republic and in its relationship with the United Kingdom. In the conclusions, some perspectives on the future of Irish migration law also in light of the impact of Brexit are sketched.

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Rubrica di Questione Giustizia & Diritto, Immigrazione e Cittadinanza

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