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Fascicolo 2, Luglio 2019


«L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio».

(Italo Calvino, Le città invisibili, Torino, Einaudi, 1978)

 

Editoriale

È on line il secondo fascicolo del 2019 della Rivista Diritto, immigrazione e cittadinanza, che ha ormai compiuto vent’anni. Tanto è passato da giugno del 1999, quando fu terminata la stampa del primo numero cartaceo della nostra Rivista di cui vorrei ricordare l’incipit della presentazione (allora così si chiamava l’editoriale) firmato dai due presidenti di MD ed ASGI (Livio Pepino e Lorenzo Trucco): «I fenomeni migratori in atto in Europa non sono semplici spostamenti di individui o gruppi.
È in corso come in altre epoche della storia una risistemazione della popolazione del mondo guidata da fattori economici, demografici e politici destinati a permanere nel medio periodo. Sviluppo economico internazionale diseguale, crescente divaricazione tra aree di benessere ed aree di miseria, boom demografico dei paesi poveri, guerre e conflitti etnici e religiosi sono il motore di questo fenomeno. L’esodo di popolazioni, fino a ieri interno al Terzo mondo, investe ora massicciamente l’Europa. Fenomeni di questa portata non si arginano ma si governano».
Parole che, a distanza di vent’anni, sono di straordinaria attualità. Segno che avevamo visto giusto.
In questo lasso di tempo la nostra Rivista ha incessantemente e pervicacemente cercato di studiare e analizzare il fenomeno migratorio, avendo come unico lume la tutela e l’implementazione dei diritti delle persone migranti, unico strumento di governo democratico del fenomeno. Per contro, le varie compagini governative che si sono succedute nel corso del tempo, hanno in vario modo cercato di arginare il fenomeno, piuttosto che governarlo. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. La razionalità è merce rara.
Per questo rivendichiamo con orgoglio la nostra storia, che da sempre ha visto la collaborazione di accademici, avvocati e magistrati nella consapevolezza che una rivista non è un quotidiano, buono per incartarci il pesce il giorno dopo (come scriveva un maestro di giornalismo del calibro di Luigi Pintor), ma è luogo di riflessione, di circolazione delle idee, di analisi e di studio. E per questo rifugge dall’inseguire le notizie dell’ultima ora, con commenti superficiali che il giorno dopo non lasciano traccia, favorita, in questo, dalla cadenza quadrimestrale. Non siamo, dunque, un foglio pro immigrati e contro il Governo. Siamo un pensatoio dove idee e analisi giuridiche si confrontano, sempre mettendo al centro il diritto, declinato nelle sue differenti fonti, internazionali, europee, convenzionali, costituzionali e di legislazione ordinaria. La scientificità della nostra rivista è garantita dal referaggio anonimo, ad opera di professori ordinari, cui sono sottoposti i saggi e i commenti. Scrivono non solo accademici e avvocati, ma pure magistrati, esattamente come su altre riviste giuridiche, verso le quali, però, nessuno si sognerebbe di contestarne l’opportunità, invocando un preteso dovere di astensione rispetto a procedimenti in corso aventi ad oggetto la materia, a prescindere.
Apre questo numero un contributo del Prof. Antonio Ruggeri che, con prosa originale e acuta, indaga su «Cittadini, immigrati e migranti alla prova della solidarietà» alla luce del metaprincipio della massimizzazione della tutela dei diritti fondamentali. Segue un intervento assai diverso, per stile di scrittura e contenuto, del sociologo Enrico Gargiulo che propone un’indagine sociologica sulla residenza, nel senso di appartenenza alla comunità, partendo dalla modifica introdotta dalla l. 132/2018 secondo cui il permesso di soggiorno per richiesta asilo non costituisce titolo per l’iscrizione anagrafica. Si tratta di uno studio molto accurato che indaga sulle implicazioni della residenza evidenziando come «le strategie che conducono al rifiuto della residenza, sancendo una distinzione tra cittadini locali riconosciuti e non riconosciuti, “legittimi” e “illegittimi”, si pongono come obiettivo quello di tagliare fuori determinate categorie di persone dalla piena partecipazione alla vita locale».
Allo sfruttamento lavorativo è dedicata l’analisi di Chiara Stoppioni, giovane ricercatrice fiorentina, che, dopo avere esaminato le modifiche apportate nel 2016 all’art. 603 bis c.p., dà conto dei risultati di una ricerca dell’Osservatorio sullo sfruttamento lavorativo, costituito presso il Centro universitario “L’altro diritto”, condotta su cinquantacinque procedimenti penali relativi ad episodi di sfruttamento in varie parti d’Italia, coniugando analisi normativa e ricerca sul campo.
Dopo un’attenta analisi del rapporto tra conoscenza della lingua e cittadinanza in un’ottica comparata, Giammaria Milani giovane ricercatore esamina la modifica alla legge sulla cittadinanza apportata dalla L. 132/18 che introduce la conoscenza della lingua italiana tra i requisiti per poter richiedere la cittadinanza per matrimonio o naturalizzazione.
Il fascicolo prosegue con un saggio di Eleonora Molfetta relativo all’annosa questione del diritto alla traduzione degli atti per l’imputato alloglotto che, nonostante gli interventi legislativi di cui ai decreti legislativi 32/2014 e 129/2016, continua a trovare incompiuta attuazione sia in ragione di una normativa inefficace che degli orientamenti restrittivi della giurisprudenza maggioritaria.
Sempre in tema di “attualità meditata”, è da segnalare l’ottimo lavoro di Filippo Venturi della prestigiosa Scuola superiore Sant’Anna di Pisa a proposito dell’introduzione, nel nostro ordinamento, del concetto di «Paesi di origine sicuri», che ha il pregio di esaminare accuratamente le ricadute che ne deriveranno (quando il Governo avrà stilato la lista di questi Paesi) sulle procedure di riconoscimento della protezione internazionale, determinando una presunzione iuris tantum di manifesta infondatezza della domanda della cui costituzionalità è lecito dubitare.
Uno sguardo alla politica delle Nazioni Unite lo offre il lavoro di Giuseppe Cataldi ed Adele del Guercio di analisi dei c.d. «Global compact» su migranti e rifugiati approvati in occasione della Conferenza di Marrakech dello scorso dicembre: all’analisi di questi documenti fa seguito quella relativa alla loro natura giuridica non vincolante e sulle possibili ricadute nella prospettiva di governance dell’immigrazione, anche a livello di Unione europea.
Da segnalare, nella sezione commenti, quello di Valentina Pupo sull’utilizzo delle istanze di accesso civico generalizzato, introdotte dal d.lgs. 97/2016, come strumento per svelare accordi internazionali in forma semplificata, sottratti alla preventiva autorizzazione legislativa alla ratifica da parte del Parlamento, in violazione dell’art. 80 Cost. Il commento trae origine da una sentenza del Tar Lazio che, in parziale accoglimento di un ricorso proposto da ASGI, l’ha ritenuto fondato limitatamente al diritto di accesso al testo dell’accordo Italia-Niger del 26.10.2017. Tale accordo in forma semplificata prevedeva il finanziamento di una missione militare italiana di cooperazione in Niger sottratto al controllo del Parlamento.
La sezione commenti si conclude con una nota a margine della sentenza della Corte d’appello di Brescia dello scorso 18 gennaio curata da Francesco Rizzi che, prendendo spunto dalla condanna in sede civile di una militante della Lega nord che aveva postato sulla propria pagina Facebook dichiarazioni moleste verso alcune cooperative gestrici di progetti di accoglienza per richiedenti asilo, analizza le principali note caratterizzanti il giudizio antidiscriminatorio, motivando circa la maggiore incisività della tutela derivante dalla scelta della sede civile piuttosto che quella penale ed analizza i possibili rimedi contro il “discorso d’odio”.
Oltre ai saggi ed ai commenti, anche in questo numero sono pubblicate le consuete rassegne giurisprudenziali che danno conto, in maniera ragionata, dell’evoluzione del diritto degli stranieri e dell’asilo nelle Corti nazionali e sovranazionali nell’ultimo quadrimestre. Infine, la rassegna aggiornata delle leggi, dei regolamenti e dei decreti statali compone l’Osservatorio italiano, mentre gli atti dell’Unione sono evidenziati nell’Osservatorio europeo. Come sempre chiude il fascicolo la rubrica Recensioni e materiali di ricerca con gli Atti anche del convegno su I primi orientament interpretativi del c.d. decreto immigrazione e sicurezza Salvini..
In chiusura del fascicolo si ha notizia della pubblicazione in GU del secondo (per ora) «Decreto sicurezza» emanato da questo Governo: il decreto legge 14.6.2019 n. 53, recante Disposizioni urgenti in materia di ordine a sicurezza pubblica» il cui capo primo è specificamente dedicato al contrasto all’immigrazione illegale. Nell’attesa della legge di conversione, il testo sarà come di consueto analizzato puntualmente nel prossimo numero della Rivista, ci si limita ad osservare che in prossimità della stagione estiva l’art. 1 attribuisce al Ministro dell’Interno Autorità nazionale di pubblica sicurezza il potere di limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale per motivi di ordine o sicurezza pubblica, i cui esiti li riscontreremo dalle cronache.

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