L’anno che si è appena concluso ha prodotto una cospicua giurisprudenza, in parte su questioni nuove in seguito alle recenti modifiche normative e all’applicazione dell’accordo Italia-Albania. Ne daremo conto nei paragrafi dedicati al trattenimento di richiedenti asilo, dopo aver passato in rassegna alcune questioni generali. Di particolare interesse sono due questioni di legittimità costituzionale: quella sollevata dal Giudice di pace di Roma – con ordinanza 17.10.2024 – che, finalmente verrebbe da dire, atteso che la dottrina l’ha elaborata e sollecitata da molti anni, dubita della legittimità costituzionale dei “modi” del trattenimento amministrativo non disciplinati da norme di rango primario; la seconda, sollevata dalla prima sezione penale della Corte di cassazione il 31 gennaio scorso, avente ad oggetto la disciplina – introdotta dalla l. n. 187/2024 (di conversione del d.l. n. 145/2024) – che ha modificato termini e competenze per impugnare i decreti di convalida e proroga dei trattenimenti. Qui la Corte dubita della conformità del novellato art. 14, co. 6, TUI con gli artt. 3, 24, 111 e 117 Cost. La rilevanza di tale questione suggerisce una deroga al consueto limite temporale (il precedente quadrimestre) delle decisioni analizzate in questa rassegna.
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1) Espulsione come misura alternativa alla detenzione e rispetto della vita privata e familiare ex art. 8 CEDU (anche dopo il d.l. 20/2023)
Cass., Sez. I pen., sent. 7 novembre 2024 (dep. 26 novembre 2024), n. 43082, Pres. Santalucia, est. Centofanti
Annullando un’ordinanza del Tribunale di Catania che aveva disposto l’espulsione – a titolo di misura alternativa della pena detentiva – di un cittadino tunisino, la Prima Sezione penale della Corte di cassazione ha avuto modo di chiarire i parametri rispetto ai quali, dopo l’intervento abrogativo che ha interessato il comma 1.1 dell’art. 19 TUI, devono essere interpretati gli attuali limiti alle ipotesi espulsive.
Innanzitutto, la Corte richiama la ratio della misura alternativa ‘atipica’ prevista dall’art. 16 co. 5 TUI, volta unicamente a «ridurre la popolazione carceraria» e dunque riservata ai soli cittadini stranieri condannati e «non reintegrabili nella comunità nazionale […] non avviati a percorsi proficui di risocializzazione e per i quali non sussistano prevalenti esigenze di asilo, umanitarie ovvero di tutela della loro persona o delle loro relazioni familiari» (in questo senso già Cass. n. 9425/2019 e n. 915/2020).
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Riconoscimento della cittadinanza per discendenza da avo italiano
a) Il possesso di stato come prova della filiazione
Com’è noto, secondo una giurisprudenza costante della Corte di cassazione, ai fini del riconoscimento della discendenza da avo italiano occorre provare il fatto acquisitivo della cittadinanza in capo all’avo e la successiva linea di trasmissione ininterrotta del rapporto di filiazione. La prova del primo requisito viene normalmente fornita con l’esibizione dell’atto di nascita dell’ascendente.
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TRIBUNALE DI BOLOGNA, sentenza del 2 ottobre 2024
Carta di soggiorno ex art. 10 d.lgs. n. 30/2007 per familiari di cittadini dell’Unione europea – legame di assistenza con ex coniuge
La sentenza in esame accerta il diritto del ricorrente al rilascio della carta di soggiorno per familiare di cittadino UE nonostante il familiare fosse la ex moglie.
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Nel corso del terzo quadrimestre del 2024 sono intervenute due rilevanti pronunce: la sentenza emessa il 29 luglio 2024 dalla Corte di giustizia dell’Unione europea (già oggetto di commento sul numero 3.2024) con la quale è stato dichiarato, in relazione ai cittadini extra UE lungo soggiornati, discriminatorio il requisito di 10 anni di residenza previsto dal decreto-legge n. 4/2019. La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale degli artt. 5, comma 2-bis, e 3, comma 2-bis, della legge della Provincia autonoma di Trento 7 novembre 2005, n. 15, recante «Disposizioni in materia di politica provinciale della casa e modificazioni della legge provinciale 13 novembre 1992, n. 21 (Disciplina degli interventi provinciali in materia di edilizia abitativa)», nella parte in cui richiedono, per l’assegnazione dell’alloggio a canone sostenibile e per il contributo integrativo del canone di locazione, la residenza in Italia per almeno dieci anni, di cui gli ultimi due, considerati al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, in modo continuativo. Avanti ai giudici di merito sono state segnalate varie questioni relative alla violazione della parità di trattamento fra cittadini italiani e stranieri sia nella consueta materia delle prestazioni di assistenza sociale sia per l’accesso alla casa, sia per il reddito di cittadinanza.
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Atti di indirizzo
Programma della nuova Commissione europea. Il 27 novembre, il Parlamento europeo ha approvato il programma della Commissione europea e il nuovo Collegio dei Commissari. L’austriaco Magnus Brunner è stato nominato nuovo Commissario per gli “Affari interni e la migrazione”. La Commissione, nella sua nuova composizione, è entrata in carica il 1° dicembre 2024. Come delineato nella lettera di missione della Presidente von der Leyen, al nuovo Commissario è stato richiesto in particolare di supervisionare l’attuazione del Patto sulla migrazione e l’asilo, sviluppare un nuovo approccio comune al rimpatrio dei migranti irregolari, anche mediante il mutuo riconoscimento delle decisioni di rimpatrio, porre attenzione al contrasto al traffico di migranti, promuovere una gestione integrata delle frontiere, rafforzando Frontex e garantendo la gestione digitale delle frontiere europee.
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