Atti di indirizzo
Nomina della nuova Commissione europea. Con voto del 27 novembre 2019 il Parlamento europeo ha dato la sua approvazione alla nomina del Presidente della Commissione, dell’Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, e degli altri membri della Commissione.
Con la decisione (UE) 2019/1989 del 28 novembre 2019 recante nomina della Commissione europea, il Consiglio europeo ha nominato la nuova Commissione per il periodo dall’1 dicembre 2019 al 31 ottobre 2024. La Presidente della Commissione, Sig.ra Ursula Von der Leyen, nel discorso alla sessione plenaria del Parlamento europeo in occasione della presentazione del suo Collegio dei Commissari e del loro programma, ha riaffermato l’intenzione di procedere alla riforma del Sistema comune europeo di asilo, in modo da offrire adeguata protezione internazionale a chi ne abbia effettiva necessità, rafforzando d’altro canto il controllo delle frontiere, l’efficacia del rimpatrio per chi non abbia titoli di soggiorno e le misure repressive nei confronti dei trafficanti. È stata parimenti sottolineata la necessità di promuovere la cooperazione con i Paesi terzi, anche per migliorarne le condizioni e creare opportunità.
Futuro della politica dell’UE in materia di migrazione e asilo. In occasione della riunione del Consiglio “Giustizia e affari interni”, tenutasi il 2-3 dicembre 2019, i Ministri hanno discusso il futuro della politica dell’UE in materia di migrazione e asilo, sulla base di una relazione preparata dalla Presidenza finlandese. Il dibattito ha concluso il processo di riflessione avviato nella riunione informale dei Ministri GAI di luglio e proseguito negli ultimi mesi in vari organi del Consiglio. Durante il dibattito, i Ministri hanno accolto con favore l’intenzione della Commissione di presentare un nuovo patto sulla migrazione e l’asilo. Hanno confermato la necessità di un approccio globale e completo alla migrazione e hanno evidenziato i principali settori di azione, tra cui il miglioramento della cooperazione con i Paesi terzi attraverso la creazione di partenariati equilibrati e sostenibili, sia per prevenire la migrazione irregolare che per migliorare la cooperazione in materia di rimpatrio; l’istituzione di procedure di asilo più efficienti e di rimpatrio in caso di diniego; il rafforzamento del sostegno agli Stati membri sottoposti a pressioni specifiche, in particolare gli Stati membri in prima linea, e delle Agenzie dell’UE che operano in tali ambiti (in particolare Frontex ed EASO).
Agenda europea sulla migrazione. In vista del Consiglio europeo tenutosi il 17 e 18 ottobre, il 16 ottobre 2019 la Commissione ha pubblicato la comunicazione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio “Relazione sullo stato di attuazione dell’Agenda europea sulla migrazione”, COM (2019) 481 finale. Il documento, accompagnato da alcune schede informative su aspetti specifici, evidenzia la sensibile riduzione degli arrivi nell’Unione europea (circa - 90% rispetto al 2015) e una stabilizzazione delle domande di asilo (circa la metà rispetto ai dati mensili nel biennio 2015-2016). Tuttavia l’intensificazione dei flussi migratori lungo la rotta del mediterraneo orientale e una rinnovata instabilità in Siria rendono la situazione estremamente fragile. Viene, pertanto, sottolineata l’esigenza di proseguire l’azione lungo le rotte migratorie, direttamente a supporto degli Stati maggiormente esposti alla pressione (Turchia, Libia, Bosnia Erzegovina, Grecia), ma anche del dialogo politico tra Afghanistan, Pakistan, Iran, con l’obiettivo di sostenere i migranti, i rifugiati, gli sfollati interni e i rimpatriati, nonché le comunità di accoglienza, e aiutare le autorità pubbliche nella gestione della migrazione e nella reintegrazione sostenibile dei rimpatriati, o come nel caso della Libia, favorendone l’evacuazione. In attesa di una riforma complessiva del Sistema di asilo, di cui è stata ribadita la necessità, la relazione sottolinea l’esigenza di giungere ad accordi maggiormente strutturati per lo sbarco dopo le operazioni di ricerca e soccorso. Sul piano del contrasto alla migrazione irregolare, la Commissione ha segnalato il ruolo svolto dal Centro europeo contro il traffico di migranti di Europol e ha ribadito la centralità della cooperazione con i Paesi terzi, nell’ambito di partenariati operativi comuni, nonché delle missioni e operazioni attinenti alla politica di sicurezza e difesa comuni (EUNAVFOR Med e EUBAM Lybia).
Atti adottati
Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. È stato adottato il regolamento (UE) 2019/1896 del Parlamento europeo e del Consiglio del 13 novembre 2019 relativo alla guardia di frontiera e costiera europea e che abroga i regolamenti (UE) n. 1052/2013 e (UE) 2016/1624, entrato in vigore il 4 dicembre 2019. Il nuovo regolamento apporta numerose modifiche e novità al quadro giuridico vigente, ampliando il mandato dell’Agenzia, con l’obiettivo di rafforzarne la capacità operativa. A tal fine, tra i diversi interventi, si segnala in particolare, la graduale dotazione dell’Agenzia, a partire dal gennaio 2021, di un proprio corpo permanente di guardie di frontiera. L’obiettivo strategico di una capacità di 10.000 membri del personale operativo, come previsto dall’allegato I, dovrebbe essere raggiunto nel 2027. Il corpo permanente si comporrà di quattro categorie di personale operativo: da un lato personale statutario dell’Agenzia, impiegato all’interno di squadre da dispiegare nelle aree operative (art. 55), oltre al personale responsabile del funzionamento dell’unità centrale ETIAS; dall’altro lato, una parte di personale messo a disposizione dagli Stati membri, in qualità di personale distaccato a lungo termine presso l’Agenzia dagli Stati membri (art. 56); personale pronto per essere messo a disposizione dell’Agenzia per impieghi di breve durata (art. 57) ed, infine, la riserva di reazione rapida composta da personale degli Stati membri pronto per essere impiegato negli interventi rapidi (art. 58). In linea con il più ampio mandato attribuito all’Agenzia, tale personale non solo coadiuverà gli Stati nel controllo delle frontiere esterne, ma potrà essere impiegato in relazione alle funzioni di contrasto della criminalità transfrontaliera, dei movimenti secondari, nonché in materia di rimpatrio.
Varie
Attuazione dell’acquis Schengen da parte della Croazia. Il 22 ottobre la Commissione ha pubblicato la comunicazione al Parlamento europeo e al Consiglio riguardante la verifica della piena applicazione dell’acquis di Schengen da parte della Croazia, COM(2019) 497 def. Il documento esamina i progressi compiuti dalla Croazia verso il soddisfacimento delle condizioni necessarie per l’applicazione di tutte le parti dell’acquis di Schengen, tenendo conto dei risultati delle valutazioni Schengen e del follow-up intrapreso da tale Paese dall’inizio della valutazione nel 2016 fino all’ottobre 2019. La comunicazione riferisce, inoltre, in merito all’adempimento degli impegni assunti dalla Croazia nell’ambito dei negoziati di adesione che sono rilevanti per l’acquis di Schengen, dalla data di adesione (1° luglio 2013) fino a settembre 2019. Pur sottolineando la necessità di ulteriori sforzi, la Commissione ritiene che la Croazia abbia adottato le misure richieste per garantire che siano soddisfatte le condizioni necessarie per l’applicazione di tutte le parti pertinenti dell’acquis di Schengen e, pertanto, ha invitato il Consiglio a discutere la comunicazione ai fini dell’adozione della decisione, richiesta dall’atto di adesione, per l’integrazione della Croazia nello spazio Schengen.
Collaborazione della guardia europea di frontiera e di costiera europea con il Montenegro e la Serbia. L’8 ottobre e il 19 novembre 2019 sono stati firmati rispettivamente l’accordo sullo status tra l’Unione europea e il Montenegro riguardante le azioni dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera in Montenegro e l’accordo sullo status tra l’Unione europea e la Serbia riguardante le azioni dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera in Serbia. Tali accordi, attualmente all’esame del Parlamento europeo, che deve autorizzarne la conclusione, consentiranno all’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera di assistere i due Paesi nella gestione delle frontiere, svolgere operazioni congiunte e schierare squadre nelle rispettive regioni che confinano con l’UE. Il 1° maggio del 2019 era entrato in vigore l’Accordo sullo status tra l’Unione europea e la Repubblica d’Albania riguardante le azioni dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera nella Repubblica d’Albania, mentre altri sono stati siglati con Bosnia Erzegovina e Macedonia.
Facilitazione dei visti con Capo Verde. Ad ottobre, il Consiglio ha autorizzato la Commissione ad avviare i negoziati con Capo Verde per la modifica dell’accordo di facilitazione del rilascio dei visti per soggiorni di breve durata. L’accordo era stato adottato in parallelo con un accordo relativo alla riammissione delle persone il cui soggiorno è irregolare ed entrambi gli accordi erano entrati in vigore il 1° dicembre 2014. Le modifiche proposte includono: la riduzione dei diritti per il rilascio del visto, l’estensione della possibilità di ottenere un visto per ingressi multipli con un lungo periodo di validità e la semplificazione dell’elenco dei documenti da allegare alla domanda di visto.
Reinsediamento. Con la raccomandazione del 3.10.2017 sul rafforzamento dei percorsi legali per le persone bisognose di protezione internazionale, C(2017) 6504 final, nel 2017 la Commissione aveva esortato gli Stati membri ad offrire posti per il reinsediamento di 50,000 persone entro il 31 ottobre 2019. La Commissione ha reso noto che al 7 ottobre 2019 risultavano effettivamente reinsediate oltre 39.000 persone, pari al 78% dell’obiettivo. La Commissione ha esortato gli Stati membri a proseguire il programma volontario fino al raggiungimento della cifra prevista.
Aggiornamento dell’Atlante della migrazione. A dicembre il Centro di conoscenza della Commissione europea su migrazione e demografia (KCMD) ha pubblicato una nuova versione dell’Atlante online e interattivo. L’Atlante viene aggiornato ogni anno con i fatti e i dati più recenti sulla demografia, la migrazione, l’asilo, l’integrazione e lo sviluppo relativi a quasi 200 Paesi e territori. L’Atlante copre i 28 Stati membri dell’UE (sezione UE) e 170 Paesi e territori non UE (sezione non UE).